Versatilità senza pari: oltre 300 formati e infinite combinazioni che valorizzano ingredienti e territori.
In Italia la pasta è un linguaggio culinario: più di 300 formati tradizionali incontrano salse e ingredienti con abbinamenti codificati e creativi, dal pomodoro al mare, dall’orto alla selvaggina. Con quattro cose in dispensa – pasta, olio evo, aglio, formaggio – si crea un piatto memorabile, ma la stessa base sostiene anche cucina d’autore. La pasta sa essere quotidiana e festiva, veloce o elaborata, sempre riconoscibile e profondamente identitaria.
Profilo nutrizionale equilibrato e saziante, con buon apporto proteico e controllo glicemico se cotta al dente.
La pasta di semola di grano duro offre in media circa 12–13% di proteine, pochissimi grassi e sodio, e zero colesterolo, costituendo una base pulita per piatti completi. Cotta al dente ha un indice glicemico tendenzialmente più basso rispetto ad altri amidi raffinati, e il raffreddamento/riscaldamento aumenta l’amido resistente, migliorando sazietà e risposta glicemica secondo studi nutrizionali. Abbinata a verdure, legumi, pesce o olio evo, incarna l’equilibrio della Dieta Mediterranea, patrimonio UNESCO, con macro e micronutrienti ben bilanciati.
Sostenibile e pratica: lunga conservazione, poca acqua e pochi ingredienti per un piatto a bassa impronta.
La pasta secca è shelf-stable per mesi, si porziona con precisione e riduce gli sprechi, anche grazie al facile riuso degli avanzi (ripassata, frittata di pasta, insalate). Studi di analisi del ciclo di vita del settore mostrano che un semplice piatto di pasta al pomodoro ha un’impronta di carbonio contenuta rispetto a molte alternative, soprattutto se si ottimizzano acqua di cottura ed energia. Bastano pochi ingredienti accessibili e una pentola: è una soluzione quotidiana affidabile per famiglie e ristorazione.
Leadership e qualità della filiera: l’Italia consuma ~23 kg pro capite/anno ed è tra i primi produttori ed esportatori al mondo.
Dati di settore indicano che l’Italia guida la produzione di pasta di grano duro con milioni di tonnellate annue ed esportazioni verso oltre 200 Paesi, a testimonianza di standard elevati e domanda globale. Il consumo nazionale attorno ai 23 kg pro capite l’anno riflette una fiducia consolidata nella qualità della filiera, dalla selezione del grano duro alla trafilatura ed essiccazione controllate. Denominazioni, disciplinari e tracciabilità tutelano il consumatore e promuovono innovazione senza tradire l’identità del prodotto.